«La ghiandola Pineale, il recettore ancestrale della luce ora collegato alla retina e agli occhi [..] è la nostra principale “apparecchiatura” che ci collega costantemente e ci adatta alle molte variabili dell’ambiente naturale terrestre

Walter Pierpaoli

Durante il periodo autunnale e invernale, quando le ore di luce sono poche, può insorgere uno stato malinconico o depresso: ci si sente stanchi, tristi e demotivati.  Anche le difese immunitarie possono risentirne. I cambiamenti di luce durante l’anno possono infatti causare disturbi. La presenza di luce è quindi un fattore fondamentale per il benessere della persona.

aiutare le difese immunitarie

Cos’è il Disturbo Affettivo Stagionale?

Nell’emisfero settentrionale, nel periodo che va circa da settembre a marzo, alcune persone non riescono ad adeguare i ritmi fisiologici alla diminuita esposizione alla luce diurna

In alcuni casi si può perdere la nozione del tempo, avvertire senso di squilibrio e disorientamento. Privati della luce del sole ci si sente stressati e fisicamente disturbati. Questo è quello che accade a chi soffre di SAD

Al variare della luce i livelli degli ormoni e di altri composti chimici che governano il ciclo circadiano, subiscono una variazione della loro ciclicità.

Infatti molti specialisti ritengono che i sintomi della SAD siano riconducibili ad un cambiamento del ritmo circadiano, provocato da una disfunzione biologica: una reazione alle giornate più buie e corte dell’autunno e dell’inverno.

La ricerca sulla SAD si sta concentrando sulla fondamentale interazione tra luce, produzione endogena di melatonina  e altri ritmi variabili che regolano la concentrazione delle sostanze chimiche nell’organismo.

 

La SAD e il ruolo terapeutico della luce

«La maggior parte delle nostre funzioni organiche […] segue il ritmo circadiano.  Il controllo di questi ritmi è in larga misura in funzione del momento in cui ci esponiamo alla luce e della durata di tale esposizione. »

Walter Pierpaoli

Gli studiosi hanno constatato che quanto più una zona è a nord (nell’emisfero settentrionale) tanto maggiore è l’incidenza della SAD nella popolazione, a causa della maggior assenza di luce solare.

Nel 1980 venne riconosciuto l’effetto della luce sul tono dell’umore.

Il dottor Rosenthal, che per primo aveva identificato questo disturbo, osservò che le persone colpite da SAD durante gli episodi depressivi vedevano attenuarsi i sintomi del disturbo, quando esposte a una luce intensa.

Altri ricercatori hanno ottenuto risultati simili. Michael Termon, della Columbia University, ha scoperto che qualche giorno di esposizione a 2500 lux per due ore al mattino, porta alla totale scomparsa della depressione in circa la metà dei pazienti ai quali aveva sottoposto il trattamento. Ha successivamente anche valutato la possibilità di prolungare l’esposizione e aumentare l’intensità della luce per ottenere maggiori risultati.

 

La luce influisce sull’immunità

La luce del sole tramite la sua radiazione ultravioletta stimola la produzione di vitamina D nella pelle che, insieme ai suoi metaboliti, viene trasportata nel sangue.

La carenza di esposizione al sole e, di conseguenza, di questa importante vitamina, non va sottovalutata.

Oltre le note conseguenze sulla salute delle ossa, studi recenti dimostrano il coinvolgimento della vitamina D in molti processi biologici, come la modulazione del sistema immunitario.

«Quando i cicli circadiani sono turbati, ci rendiamo conto di tutta la forza che la natura esercita sulle nostre vite. Ci sentiamo fuori posto e perdiamo contatto con il resto del mondo. È proprio in questi casi che avvertiamo più intensamente il ruolo profondo che questi cicli naturali svolgono nella nostra vita

Walter Pierpaoli

 

Fonti:

1.Pierpaoli W., La Chiave della Vita, Morlacchi Editore, Perugia, 2007

2.Bizzaro G, Antico A, Fortunato A, Bizzaro N. Vitamin D and Autoimmune Diseases: Is Vitamin D Receptor (VDR) Polymorphism the Culprit? Isr Med Assoc J. 2017 Jul;19(7):438-443. PMID: 28786260.

3.Kulda V. Metabolizmus vitaminu D [Vitamin D metabolism]. Vnitr Lek. 2012 May;58(5):400-4. Czech. PMID: 22716179