aiutare le difese immunitarie

Non viviamo più a contatto con la natura e i suoi ritmi, bensì in ambienti artificiali in cui basta un interruttore per tramutare la notte in giorno. L’esposizione alle luci blu è sempre più frequente.

Cattive abitudini

Abbiamo l’abitudine ad addormentarci davanti ad uno schermo guardando un film o consultando il telefono come ultimo gesto – deleterio – della giornata.

Gli stessi bambini iniziano sempre prima ad utilizzare dispositivi elettronici e si abituano fin da subito a farne un uso prolungato. Anche i compiti scolastici vengono spesso svolti sul computer, e i momenti di svago si traducono in ore passate a giocare ai videogiochi con i loro amici virtuali.

Cosa può comportare un’esposizione costante alla luce?

Generazioni-luce

Come sostenuto dal professor Pierpaoli, un’esposizione costante alla luce può portare a risultati nefasti. Il professore ne ha indagato gli effetti attraverso un esperimento: esemplari di topi furono mantenuti sotto illuminazione artificiale permanente.  Gli esemplari si riprodussero per quattro generazioni, le prime due non mostrarono problemi, che iniziarono invece a manifestarsi nella terza.

Mentre gli effetti più drammatici furono più evidenti nella quarta ed ultima generazione. I topolini riportavano danni al sistema immunitario ed ormonale, invecchiavano precocemente e sviluppavano tumori.

Gli effetti di questa “luce cronica” hanno impiegato diverso tempo per mostrarsi, a dimostrazione del fatto che i ritmi circadiani  sono impressi in maniera indelebile nel DNA.

La quantità di luce condiziona la capacità della ghiandola pineale di produrre melatonina. A conferma di ciò, l’esperimento ha mostrato che l’illuminazione, alla quale i soggetti erano costantemente sottoposti, ha completamente abrogato la produzione di questa importante molecola.

L’importanza di una luce naturale

La luce ha un duplice effetto sui ritmi della melatonina: se da un lato ne ristabilisce il ritmo, dall’altro, se vengono eliminati i periodi di oscurità, può sopprimerne del tutto la secrezione. Non possiamo certo privarci dell’illuminazione elettrica, ma possiamo quanto meno utilizzare un’illuminazione che si avvicini a quella naturale.

La luce del sole è definita calda, e ha determinate caratteristiche: una temperatura di colore  di luce media tra i 2700 – 2800° Kelvin ed uno spettro che nella completezza della banda dei colori viene misurato come Ra (indice di resa cromatica) e che consente di distinguere tutti i colori.

I sistemi di illuminazione delle nostre abitazioni ed uffici dovrebbero, dunque, avvicinarsi il più possibile a questi valori. Ad esempio le vecchie lampadine a filamento (ormai difficili da trovare) e le alogene di nuova generazione sono quelle che si avvicinano maggiormente ai valori indicati.

Alcune luci al neon (ad eccezione delle pentafosforo e trifosforo) e luci a led hanno il grosso vantaggio di essere a forte risparmio energetico, ma ancora non sono adeguate ai criteri di una illuminazione simile alla luce solare. Andrebbero evitate le luci tendenti all’azzurro  ̶  le stesse dei dispositivi elettronici  ̶  poiché deformano la percezione dei colori.

Il ruolo della luce nei ritmi dell’organismo

Nella sua evoluzione l’uomo ha sviluppato programmi ormonali scanditi da luce e temperatura. Questi segnali esterni vengono percepiti dal corpo che li trasmette ai sistemi, agli organi e alle cellule. È la ghiandola Pineale, sensibile alla luce, che reagisce all’alternanza di luce-buio trasmessale dagli occhi.

«Diversamente dagli animali che sono ancora molto soggetti ai capricci della natura, noi uomini non lo siamo più. Grazie alle comodità moderne, come la luce elettrica e l’aria condizionata, possiamo controllare, in una certa misura, l’ambiente che ci circonda

Walter Pierpaoli

Tuttavia in alcuni casi e in relazione a determinati disturbi, l’utilizzo di luce, con specifiche caratteristiche, può apportare benefici

Fonti:

1.Pierpaoli, W.,Yi, C.X. and Dall’Ara, A. Aging-postponing effects of circadian melatonin: experimental evidence, significance and possible mechanisms. J. Neurosci. 51, 339-340, 1990.

2.Pierpaoli, W.,Yi, C.X. and Dall’Ara, A. Aging-postponing effects of circadian melatonin: experimental evidence, significance and possible mechanisms. J. Neurosci. 51, 339-340, 1990.

3.Simone Secchi, Fondamenti di illuminotecnica naturale e artificiale, http://web.taed.unifi.it/fisica_tecnica/dispense/fond_luce.pdf