ritmi circadiani

Cultura della Salute: Risincronizzazione

Melatonina, cosa è

melatonina, cos'è

«La Melatonina è una molecola “lunatica”.
Lungi da ogni accezione romantica, la luna ha influenze concrete nella vita quotidiana.»

W. Pierpaoli

La melatonina è una molecola antica che, insieme ad altre, ha reso possibile l’evoluzione della vita sulla terra. Più propriamente, è l’evoluzione di un messaggio che si è poi consolidato in una espressione chimica. Diventata messaggero della notte, la melatonina è in grado di influenzare, a tutti i livelli, la ciclicità, compresi livelli ormonali e cellulari.

«Noi siamo ciclici a tutti i livelli, la melatonina è un’espressione di questa ciclicità.»

È presente in molte forme di vita animali e vegetali, ha una struttura cilclica composta da un gruppo acetile e un gruppo metile ed è dotata di un potenziale bio-energetico elevato, ancora parzialmente da scoprire.
Anni di studio su questa preziosa molecola, hanno dimostrato come il suo potenziale sia ben lungi dall’esaurirsi nella regolarizzazione del sonno.

Melatonina, cosa non è

La Melatonina non è un ormone!

(nel senso comune del termine)

E’ stato indubbiamente un errore dall’inizio definire la melatonina come un «ormone» dato che questa classificazione fuorviante ha generato una serie di bugie atte a confondere il pubblico sulla vera natura della nostra osservazione.
Infatti le ovvie ragioni per le quali la melatonina non può essere definita un ormone «classico» e tanto meno «pericoloso» sono le seguenti:

1) La melatonina viene sintetizzata, non solo nella pineale, ma anche in numerosi altri organi e tessuti come, per esempio, la retina, la mucosa intestinale, nei megacariociti, nelle piastrine e, nei roditori, nelle ghiandole Harderiane, tutti questi tessuti che non possono essere definiti come tipiche «ghiandole endocrine».

2) Dopo la pinealectomia (rimozione chirurgica della pineale), la melatonina circolante non scompare come quando vengono rimosse le ghiandole endocrine ( ipofisi, tiroide, surrenali, gonadi).

3) Non esiste alcun «fattore di rilascio» (releasing factor) per la melatonina come quelli trovati e anche usati per tutti gli ormoni classici.

4) Recettori con maggiore o minore affinità per la melatonina e «binding sites» sono stati evidenziati e trovati in una tale varietà di cellule (su membrane e nel citoplasma) e tessuti del corpo che la loro natura di «recettori ormonali specifici» per la melatonina su cellule bersaglio ben definite è impossibile da dimostrare, data la loro diffusione ubiquitaria.

5) La melatonina, anche se somministrata a dosi enormi di grammi al giorno per via orale (in un vecchio esperimento nell’uomo ne sono stati somministrati anche 6,6 grammi al giorno per 35 giorni !), non ha provocato nessun danno o effetti collaterali immediati o tardivi. Qualsiasi altro vero ormone, con l’eccezione del DEA (deidroepiandrosterone, DHEA) avrebbe certamente prodotto la morte o danni gravi e irreparabili, come sarebbe il caso con il cortisone e la tiroxina. Perciò, contrariamente ai «veri» ormoni, con la melatonina non si osservano affatto effetti tossici collaterali. Anche 1500 donne sono state trattate in Olanda per anni con dosi giornaliere di 300 mg senza alcun danno!

6) L’inibizione della sintesi endogena di melatonina dopo la sua somministrazione orale non sembra dipendere, come è il caso con gli ormoni classici, sulla inibizione della sintesi dei fattori trofici (gonadotropine, tireotropina, corticotropina etc.), ma su una semplice inibizione retroattiva (feedback) prodotta dallo stesso prodotto finale (la stessa melatonina) in una sequenza bio-sintetica. Per questo la somministrazione prolungata di melatonina non può indurre una «atrofia della pineale»!

7) La melatonina è presente ovunque nella carne e nei vegetali, e la melatonina alimentare è assorbita rapidamente dal tratto gastro-intestinale. Esperimenti condotti recentemente con animali dimostrano che una dieta ricca di melatonina produce livelli ematici di melatonina che sono significativamente più elevati di quelli di animali con un basso livello di melatonina nella dieta. Perciò certamente i livelli di melatonina circolanti possono essere cambiati (aumentati o diminuiti) da un tipo di dieta che contenga livelli alti o bassi di melatonina. Nulla di simile può essere ottenuto con nessuno degli « ormoni » conosciuti!

 

Concludendo, la definizione della melatonina come «ormone» è assolutamente errata e non possiede alcuna base scientifica. In realtà la natura dei meccanismi di azione della melatonina come «mediatore chimico universale del mondo biologico» è tuttora sconosciuta esattamente come era sconosciuto il meccanismo di azione della penicillina quando essa fu scoperta e usata per salvare da mortali infezioni! E non era una sostanza endogena!

Dr. Walter Pierpaoli

 

È prodotta
dalla ghiandola Pineale

ipofisi-ipotalamo-pineale

«I livelli ormonali variano nel corso del giorno e della notte in accordo con la regolazione condotta dal reticolo ipotalamo-ipofisi-pineale e i conseguenti segnali neurali e chimici vengono inviati alle ghiandole periferiche.»

W. Pierpaoli

La secrezione di melatonina, da parte dell’epifisi (o ghiandola Pineale), avviene durante la notte, momento della giornata in cui essa ne produce in maggior quantità.

«I soggetti umani presentano una grande variabilità interindividuale nelle concentrazioni di melatonina endogena. Il sistema di regolazione della secrezione di melatonina è complesso e risulta difficile stabilire quale sia il valore fisiologico della sua concentrazione endogena. Inoltre ci sono molte situazioni patofisiologiche in cui la secrezione può essere alterata e disturbata.
I livelli plasmatici di melatonina prodotti dall’assunzione di una compressa dipendono molto da diversi fattori, tra cui: il tasso di rilascio di una formulazione, la sua composizione e le sue proprietà chimico-fisiche; dalle concentrazioni ematiche diurne e notturne di melatonina proprie del singolo individuo che, come sappiamo, hanno grandi variabilità interindividuali; dall’età e da molti fattori esterni che possono alterare e disturbare la secrezione di melatonina; dal metabolismo della melatonina che come è noto varia molto da individuo a individuo e diminuisce con l’avanzare dell’età; risulta quindi molto difficile stabilire univocamente quale sia il dosaggio indicato nella somministrazione di melatonina esogena.
Per indurre il “messaggio notte” e “il picco notturno giovanile fisiologico tra la 1 e le 3 del mattino basta meno di 1 mg (secondo recenti studi sembra infatti che già le dosi nell’ordine di 0,3 – 0,5 mg siano efficaci) ma all’ora giusta! In tal modo la pineale “riposa” evitando di affaticarsi a produrla.»

W.Pierpaoli

Le misurazioni dei suoi livelli, riscontrabili, nel sangue e nella saliva, hanno messo in evidenza l’esistenza di un arco orario definito, in cui la molecola raggiunge un picco.

Il picco notturno

melatonina produzione

Produzione di melatonina notturna in relazione all’età.

Le misurazioni dei livelli di questa molecola, nel sangue e nella saliva, riprendendo quanto detto nel paragrafo precedente, si concentrano in un arco orario definito. Tale periodo di produzione massima è stato individuato tra l’1:00 e le 3:00 della notte.
Sono le ore della notte in cui si entra nella fase di addormentamento più profondo, che determina l’attivazione dei processi di rigenerazione e recupero fisici.
Alla nascita se ne registra una produzione minima, destinata a crescere rapidamente e in maniera regolare fino agli anni della pubertà. Nei primi anni di vita il picco notturno, presenta una curva molto alta di variazione in quella specifica porzione oraria della notte.
Al crollo dei livelli durante l’adolescenza segue una graduale riduzione della secrezione, che si assesta intorno ai sessant’anni.
Allo stesso modo il picco notturno, a partire dall’adolescenza e con il procedere dell’età, subirà un progressivo appiattimento.

Produzione per fasce di età

Secrezione di melatonina durante la notte nel corso della vita.

Infanzia e adolescenza

Nei primi anni di vita e nelle successive fasi di crescita, la molecola raggiunge i più alti livelli di concentrazione. In questi anni la produzione è massima.
Già nel periodo della pubertà è rilevabile un abbattimento di concentrazione della molecola, che corrispode a – e determina – un aumento degli ormoni, con particolare riferimento alle gonadotropine FSH e LH. Il crollo dei livelli di melatonina induce la maturazione sessuale sia nei maschi che nelle femmine.

Tra i venti e i cinquant’anni

Con il procedere della maturazione fisica e il successivo ingresso nell’età adulta, è possibile riscontrarne un livello progressivamente più basso.
Con un andamento graduale e decrescente, la ghiandola Pineale continua, di notte, il suo prezioso lavoro di sintesi e produzione della molecola di melatonina. Ne consegue una progressiva usura e invecchiamento dell’organo, che decreta così l’ingresso in una spirale discendente che corre verso il decadimento.

Dopo i cinquant’anni

È l’età in cui si manifestano i primi segnali di invecchiamento, accompagnati da un aumento della fragilità e vulnerabilità agli attacchi (per una minore reattività del sistema immunitario), e una riduzione della portata e della velocità del processo di rinnovamento cellulare. La ghiandola Pineale continua a produrre melatonina, ma producendone invecchia e ne produce sempre meno.